Digitalizzare i processi aziendali, connettere i dispositivi e investire in nuove tecnologie: si può fare senza perdere di vista la sostenibilità ambientale, sociale e culturale? Si, ma solo se si conoscono le leve da coinvolgere nel cambiamento e il reale effetto delle nostre azioni. Scopriamo come la sostenibilità e la trasformazione digitale possano camminare di pari passo nelle imprese che agiscono responsabilmente.
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Letto da: Linda Grasso
Come si attiva la sinergia tra Sostenibilità e Trasformazione Digitale?
L’impatto delle tecnologie sull’ambiente è un argomento estremamente dibattuto: ancora oggi ci si interroga su come bilanciare la produttività aziendale con scelte che siano ecosostenibili. Quando in azienda si inizia un percorso di trasformazione dall’analogico al digitale l’obiettivo è generare efficienza. Questo, però, non sempre ha un impatto positivo sul contesto ambientale e sociale. Comprendere la relazione che intercorre Trasformazione Digitale e Sostenibilità è un passo importante per definire le linee guida da seguire in un Piano Strategico di Sostenibilità.
Da dove partire? Dalla lungimiranza di un CEO o un manager attento alla sostenibilità che, in ogni cambiamento, sentirà il peso della responsabilità sociale. Quando si intraprende il viaggio nella Trasformazione Digitale si dovranno inevitabilmente valutare anche le conseguenze che tali azioni avranno sulle persone, sull’ambiente e sulla società in quanto parti di uno stesso ecosistema. In pratica, è vero che le prime valutazioni saranno fatte dai dirigenti nella fase strategica ma avranno un importanza rilevante anche le azioni dei dipendenti. Non solo, anche gli stakeholder, interni ed esterni all’azienda, condivideranno una fetta di quella responsabilità sociale.
Le innumerevoli variabili da considerare rendono complicata, se non impossibile, la valutazione del reale impatto delle tecnologie sull’ambiente. Inoltre, la società cambia costantemente. Per questo, quando si decide di trasformare un qualsiasi processo aziendale è necessaria un’analisi approfondita dei dati per valutare quale sarà l’impatto finale.
Un esempio? La videochiamata. Durante la pandemia abbiamo assistito ad un grande cambiamento nell’organizzazione dei meeting aziendali. Le riunioni in presenza sono state sostituite da quelle online grazie alle tante piattaforme che hanno permesso un’interazione simile a quella che sarebbe avvenuta dal vivo. Gli effetti di questo cambiamento sono stati molteplici: oltre ad un risparmio economico per l’azienda è diminuito anche il traffico aereo e stradale. Quindi meno inquinamento, ma anche meno camere prenotate, meno cene nei ristoranti e tutta una serie di effetti a catena che stanno modificato le abitudini comportamentali e di consumo delle persone.
Stesso discorso vale per lo smart working. Una trasformazione che si riflette non solo sui costi aziendali, con la riduzione gli spazi, ma impatta anche sulla vita privata e lavorativa del dipendente stesso.
Un percorso di Digital Transformation orientato alla sostenibilità richiede un’orchestrazione sinergica di persone, processi, culture e scelte aziendali. Condividi il Tweet
Da ciò si intuisce che non è facile mantenere l’equilibrio ed è importante mettere sul piatto della bilancia Sostenibilità e Trasformazione Digitale tenendo conto di tutti i dati che otteniamo durante la valutazione strategica iniziale. L’attenzione dovrà poi spostarsi all’analisi del contesto attuale in cui opera l’azienda e alle previsioni future.
Verificando la sostenibilità dei processi digitali
L’innovazione digitale agisce sulle performance ottimizzando processi e risorse. E questo è l’aspetto positivo. Non dobbiamo però mai perdere di vista gli effetti generati sull’ambiente in maniera diretta e sulla società in maniera indiretta. Ad esempio, i processi digitali consumano molta più energia dei processi analogici e se questa non viene fornita da fonti rinnovabili non possiamo dire di aver innovato in modo sostenibile.
Analizzando lo Status Quo
Prima di iniziare qualsiasi percorso di cambiamento in azienda bisogna sempre analizzare lo scenario attuale. Passando al setaccio processi, macchinari e azioni si potrà avere una prima stima del grado di sostenibilità attuale. Tale valutazione serve, a monte di un investimento innovativo, a capire cosa mantenere e cosa rinnovare. Non potremo mai rendere sostenibile un processo se non agiamo sui singoli elementi che lo compongono, siano essi macchinari di produzione o pc aziendali.
Valorizzando l’intelligenza collettiva
Investire in un percorso di innovazione sostenibile, che nel lungo periodo generi miglioramenti, non richiede solo la capacità economica per farlo ma anche e soprattutto la predisposizione mentale. L’imprenditore dovrà essere fortemente motivato per riuscire a trasmettere il suo entusiasmo ai dipendenti che saranno gli attori chiave di questo processo. Puntare alla sostenibilità per le aziende, significa scegliere energia da fonti rinnovabili, acquistare macchinari efficienti, ma anche consumare meno carta, utilizzare bicchieri biodegradabili.
Il risparmio e l’attenzione quotidiana alla sostenibilità si realizzano solo coinvolgendo i dipendenti.
Un’intelligenza distribuita ovunque: questo è il nostro assioma di partenza. Nessuno sa tutto, ognuno sa qualcosa, la totalità del sapere risiede nell’umanità.
Citazione di Pierre Lévy da “L’intelligenza collettiva”
Facendosi guidare dal buonsenso
Decidere di trasformare l’azienda in modo sostenibile è un cambiamento così importante che non ha senso farlo solo per ottemperare ad un provvedimento normativo. Il rischio di attuare solo le modifiche richieste dalla legge per accedere ai fondi si trasformerebbe, nel lungo periodo, in un inutile spreco di denaro. I CEO che vogliono far fare alla propria azienda un vero salto di qualità devono ragionare guidati dal buonsenso.
In generale, i cambiamenti e gli avanzamenti tecnologici sono indispensabili per il miglioramento economico dell’azienda. Ma non sono sufficienti in un’ottica green dove la differenza la fanno gli individui dotati di buon senso, capaci di comprendere come ridurre al minimo il loro impatto sociale.
Oggi, i decision maker non possono esimersi dal valutare, oltre ai rischi aziendali, anche il rating ESG (o rating di sostenibilità), ovvero tutte quelle metriche che esprimono valori legati all’ambiente, al sociale e alla governance. L’acronimo include la perfetta sinergia di investimenti finanziari responsabili che considerino: l’impatto ambientale (Environmental), sociale (Social), e soprattutto di buon governo (Governance).
Una corretta sinergia tra Sostenibilità e Trasformazione Digitale può essere attuata solo se il CEO, da abile maestro d’orchestra, orienta e coordina tutte le azioni e gli elementi del cambiamento.