– Articolo in partnership con Cloudreach, an Atos company –
In soli sei secondi, la mia nuova Alfa Romeo Giulia può andare da 0 a 100 Km/h. Inoltre, in condizioni favorevoli, può anche accelerare, frenare e sterzare autonomamente. Tali funzioni innovative non solo migliorano la qualità dei miei viaggi in macchina, ma agiscono anche sulla sicurezza mia, dei miei passeggeri e delle auto che incontro lungo la strada. Questi aspetti mi sono ritornati alla mente durante alcune ricerche su Cloudreach, an Atos company – la principale azienda indipendente di servizi multi-cloud del mondo. E non ho potuto fare a meno di notare alcuni parallelismi tra la loro proposta di valore e le innovazioni presenti sulla mia auto.
L’era post-digitale accelera il passaggio al Cloud
Cloudreach è stata recentemente acquisita da Atos, un’azienda con cui collaboro da anni e che, grazie ad eventi come l’Atos Expert Community, a cui sono stato invitato per due anni di seguito, mi ha permesso di confrontarmi con i suoi esperti di settore e i dirigenti. Senza dubbio, il legame pre-pandemia che ho stretto con il team e che ho tuttora, mi ha permesso di entrare da subito in sintonia anche con Cloudreach. Naturalmente, le ricerche mi hanno consentito di conoscere a fondo la loro visione e la proposta di valore dell’azienda, che condivido pienamente.
A questo punto, vi starete chiedendo: Cosa c’entra la mia auto con i servizi di migrazione cloud di Cloudreach? Per rispondere a questa domanda bisogna comprendere cosa si intende per migrazione al cloud e qual è la sua funzione in un mondo sempre più digitale, connesso e interdipendente.
Ora vi spiego. In questi anni stiamo entrando nell’era post-digitale – una fase in cui le connessioni, le innovazioni e le tecnologie digitali saranno onnipresenti e scontate come l’acqua e l’elettricità – questo farà sentire alle aziende una certa pressione che le spingerà ad accelerare il passaggio al Cloud. In realtà, i vantaggi di questa transizione sono molti: dalla riduzione dei costi, al miglioramento della sicurezza del sistema, alla maggiore flessibilità operativa e agilità nelle strategie di go-to-market.
La migrazione al cloud non è un processo semplice. Meglio scegliere un alleato che ti permetta di passare da zero a cloud nel minor tempo possibile. Condividi il Tweet
Tuttavia la migrazione al cloud è un’operazione complessa che richiede un’ottima organizzazione e una collaborazione sinergica dei reparti coinvolti. Ecco perché alcuni esperti di tecnologia hanno definito questo passaggio come le “5 R” della migrazione al cloud – Rehost, Refactor, Revise, Rebuild and Replace -. Altri incrementano gli elementi di valutazione arrivando alle “7 R” – Refactor, Replatform, Repurchase, Rehost, Relocate, Retain, and Retire.
Numeri a parte, le R non sono invenzioni, espedienti di marketing o tecniche mnemoniche accattivanti. Sono definite in modo ponderato e rispecchiano delle valutazioni corrette da fare quando si intraprende questo percorso. È importante che le aziende adottino un approccio strutturato alla migrazione del cloud: con valutazioni a 360 gradi; un’attenta pianificazione; la selezione delle risorse giuste. Ma, soprattutto, la scelta di operazioni mirate che garantiscano una transizione senza interruzioni, senza pregiudicare l’esperienza del cliente e senza incidere sui ricavi.
I vantaggi di un alleato nella migrazione al Cloud
Come per ogni transizione, intraprendere questo viaggio, senza una chiara pianificazione sul lungo periodo, potrebbe creare più problemi di quanti ne risolva. Tali inconvenienti potrebbero essere legati alla complessità organizzativa, al suo impatto sulle risorse umane e sulle operazioni, all’evoluzione delle applicazioni e al probabile ritorno sugli investimenti.
Ecco perché mentre alcune aziende finiranno per assumere esperti del Cloud Computing o acquisire piccole aziende per attingere alle loro competenze di nicchia, molte si rivolgeranno a società di consulenza esterne, come Cloudreach. Ed è qui che la mia auto torna in gioco, con le sue capacità di accelerazione e di guida autonoma.
La prima cosa che mi ha colpito di Cloudreach è stata la sua tagline: Zero to Cloud in 50 days. In pratica, definiscono un piano di 50 giorni “senza rimpianti” che assicura una migrazione sicura di una singola applicazione al cloud. Immediatamente, questo mi evoca immagini della mia auto, che, ricorderete, va da 0 a 100 in sei secondi.
Il secondo è l’impegno di Cloudreach a rendere disponibili sia le risorse tecniche che quelle umane – mentre formano il personale interno sulle migliori pratiche di migrazione al cloud. Il cliente sarà così libero di concentrare la propria attenzione su ciò che conta di più: gestire il proprio business. Ed ecco un’altra associazione alla mia macchina. Anche se sono io a guidare, la mia auto è lì per assistermi, correggere la rotta, frenare, accelerare e girare il volante quando necessario.
Chiudendo il cerchio, i servizi di migrazione cloud di Cloudreach sono simili a ciò che ottengo dai progressi tecnologici infusi nella mia auto – progressi che mi permettono di guidare con più tranquillità, maggiore sicurezza e la libertà di vagare con la mia mente quel tanto che basta per liberare le idee che mi hanno permesso, poi, di scrivere questo articolo.