La filosofia Panasonic è “Lo faccio prima io”: per gli individui, le aziende e l’ambiente

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– Articolo in partnership con Panasonic –

Agire per primi significa dare il buon esempio e questo è un passo importante per le aziende che mirano alla sostenibilità come missione e non come obbligo. Ecco come ha intrapreso questo percorso Panasonic.

La sostenibilità come impegno per la comunità globale

Innanzitutto, voglio partire con una confessione: ogni volta che vedo notizie e titoli sui cambiamenti climatici, provo un senso di orrore e disperazione. Ciò nonostante, sento anche una voce di speranza nella mia mente che mi ricorda di agire nel mio piccolo.Tale senso di responsabilità, mi ha portato, ad esempio, a consumare meno energia guidando la mia auto, a utilizzare il 100% di energia rinnovabile a casa e nella mia azienda e a differenziare i rifiuti con la massima precisione.

A mio avviso, se non mettessi in atto tali comportamenti significherebbe: in primis, che non riconosco la portata del problema e, in secondo luogo, che scarico la mia responsabilità in attesa che qualcun altro agisca al mio posto. Come membri di una comunità globale – che condividono la stessa aria e la stessa acqua – dobbiamo considerare l’impatto delle nostre azioni individuali e collettive sull’ambiente, sulle altre persone e su coloro che seguiranno le nostre orme.

Ho avuto l’opportunità di riflettere profondamente su questo argomento partecipando al secondo briefing sulla gestione della sostenibilità di Panasonic: il GREEN IMPACT PLAN 2024. Il gruppo ha illustrato le azioni concrete che intraprenderà entro il 2024, tra cui la riduzione delle emissioni di CO2 lungo tutta la catena del valore e nella società globale. Sebbene si prevedano innovazioni che potrebbero fare la differenza, mi ha sorpreso soprattutto la visione a lungo termine. In particolare, sono stato colpito dalla filosofia del fondatore, Kōnosuke Matsushita, che cito letteralmente: “Le cose non cambieranno in meglio se le lasciate agli altri… adottate la mentalità del “Lo faccio prima io“.

Quando affrontiamo un argomento così ampio e critico come la crisi climatica, sappiamo che bisogna lavorare insieme per la salvaguardia del nostro unico pianeta. Oltre all’impegno collettivo come semplici cittadini, è necessario che le aziende produttive salgano a bordo. Dobbiamo guardare oltre i device per vedere l’impatto collaterale che le nostre comodità stanno avendo sull’ambiente. In effetti, un dispositivo elettrico non consuma energia solo quando lo utilizziamo, ma anche durante la sua produzione. Ecco perché dobbiamo fermarci a riflettere prima di fare un acquisto. Inoltre, gli imprenditori dovrebbero abbracciare la mentalità del “Lo faccio prima io”. Ed è proprio questo il punto che voglio sottolineare in questo articolo, scritto in collaborazione con Panasonic.


Panasonic si impegnerà, entro il 2024, nella riduzione delle emissioni di CO2 lungo tutta la catena del valore e nella società globale. Condividi il Tweet

Dove la filosofia incontra la cultura

La filosofia di Matsushita è percepita a tutti i livelli dell’azienda; di fatto, ha plasmato l’intera cultura aziendale. Quando diceva che “un’azienda è un’entità pubblica della società”, presumeva che la missione originaria di un’impresa fosse quella di contribuire allo sviluppo della società. Ciò è evidente dalla trasparenza con cui Panasonic mostra non solo la propria responsabilità nella riduzione delle emissioni, ma anche quanto si prefigge di affrontare le questioni climatiche come responsabilità sociale complessiva, quello che Panasonic ha definito l'”impatto sociale” del suo GREEN IMPACT.

Per fare un esempio, a circa 200 chilometri da Tokyo – nella città di Kusatsu – Panasonic ha creato il primo impianto di produzione al mondo in grado di essere alimentato interamente da energie rinnovabili.

ESG Panasonic

L’impianto produce celle a combustibile che convertono l’idrogeno in elettricità e “calore residuo“. Quasi tutte le superfici esposte del sito sono coperte da pannelli fotovoltaici e generano quasi 570 kW di elettricità alla massima efficienza. A questi si aggiungono 99 celle Panasonic a combustibile a idrogeno puro di nuova generazione, che consentono di generare altri 495 kW di picco (99 x 5kW).

Panasonic ha anche installato un sistema di batterie con una capacità di accumulo di 1,1 MWh. Il loro ingegnoso progetto di micro-grid consente di immagazzinare nelle batterie l’energia in eccesso prodotta dai pannelli fotovoltaici (ad esempio, nei fine settimana, quando non c’è produzione, ci sono momenti di surplus di energia) e di erogarla quando serve. Se tutti seguissero il loro esempio e facessero la loro parte, il futuro sarebbe molto più roseo.

Seguitemi e vi spiego come. Immaginate una giornata di sole in aprile. Circa la metà dell’energia necessaria per la produzione viene generata dai pannelli fotovoltaici e il resto dalle celle a combustibile. In caso di condizioni meteorologiche avverse (in cui i pannelli fotovoltaici non generano tanta elettricità), il mix cambia utilizzando l’energia rimanente dai sistemi di batterie e più idrogeno per far sì che i sistemi di celle a combustibile generino l’elettricità necessaria. In questo modo, il 100% dell’energia richiesta dall’impianto viene prodotto – idealmente – da fonti rinnovabili e a emissioni zero. L’estensione ad altre fabbriche di Panasonic o l’offerta di questo sistema ad altre aziende sarà esaminata e decisa dopo la fase pilota.

Panasonic sta dimostrando che questo non solo è fattibile, ma è necessario per salvaguardare il nostro futuro. Aspettare che altri agiscano non è più un’opzione.

A mio avviso, la mentalità di Matsushita del “Lo faccio prima io” dovrebbe essere adottata da ogni individuo e organizzazione, perché siamo tutti coinvolti e ognuno deve fare la sua parte. Ogni azienda ha l’interesse e l’obbligo morale di promuovere politiche ambientali che vadano a beneficio del nostro pianeta, senza aspettare che siano gli altri o che gli sia imposto dai governi. Questo è il nostro unico pianeta e gli esseri umani sono l’unica specie in grado di rimediare ai danni che hanno causato in nome dello “sviluppo”. Facciamolo ora, insieme e senza aspettare gli altri.

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