– Articolo in partnership con Swiss Re –
Il mondo sta cambiando e noi non siamo fatti per essere spettatori. Il cambiamento climatico ci riguarda da vicino e la crescente digitalizzazione ci permette di essere parte attiva del cambiamento. Scopriamo insieme come la digitalizzazione consenta ai cittadini di svolgere un ruolo proattivo nei confronti della sostenibilità.
La digitalizzazione ci consente di intervenire
Sebbene si tenda a considerare l'”animosità” come un sentimento ostile verso qualcuno o qualcosa, in passato era sinonimo di orgoglio e coraggio. Come osserva Niccolò Machiavelli ne Il Principe, dovremmo sforzarci di essere riconosciuti per “grandezza, animosità, gravità e fortezza” in ogni nostra azione.
Come ho avuto modo di scoprire, questa stessa dualità è evidente nell’atteggiamento degli occidentali nei confronti del cambiamento climatico. Mentre mostriamo una giusta indignazione nei confronti di coloro che metterebbero a repentaglio il futuro del nostro pianeta, non facciamo altro che sforzarci di mitigare i danni delle emissioni nocive.
Fino a pochi anni fa, l’unica possibilità era quella di scendere in piazza e protestare, ma ora abbiamo il potere di adottare un ruolo più attivo, grazie alla digitalizzazione. Offrendo ai netizen un posto a tavola nelle discussioni globali e fornendo risorse di conoscenza per combattere il cambiamento climatico come collettività, la digitalizzazione ci ha permesso di abbracciare la sostenibilità.
Comunità energetiche: un caso emblematico
Quando un gruppo di cittadini produce energia da fonti rinnovabili e poi condivide il proprio eccesso, si parla di comunità energetiche. Per decostruire questa idea, consideriamo uno dei modi più semplici per diventare produttori di energia. Installando dei pannelli solari sul proprio tetto e collegandoli a dispositivi IoT che misurano le correnti in uscita e in entrata attraverso addebiti di credito compensativi, è possibile sfruttare la blockchain per le proprie transazioni.
Si noti che in questo scenario si è ancora consumatori, ma si è anche produttori – da qui il portmanteau “prosumer“.
I cittadini non si comportano più da spettatori dinanzi al cambiamento climatico, c'è la necessità di una leadership collettiva per costruire un futuro più sostenibile Condividi il Tweet
La consapevolezza dei rischi aumenta la sicurezza sociale
Ora voglio fornirvi un chiaro esempio di come la digitalizzazione possa aumentare la sicurezza sociale coinvolgendo i cittadini.
Combinando i dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) con le informazioni fornite dai cittadini sulle strutture dei loro immobili, sto contribuendo a industrializzare un brevetto per un dispositivo mobile in grado di calcolare il rischio di crollo di un edificio. In sostanza, il sistema combina un indice di vulnerabilità dell’edificio con un fattore di rischio legato agli eventi sismici attesi nell’area, secondo i dati dell’INGV. Attraverso un’applicazione mobile – che utilizza l’Intelligenza Artificiale per comunicare verbalmente e aumentare l’accessibilità – il cittadino condivide semplici informazioni sul proprio edificio. A sua volta, il dispositivo rileva automaticamente la sua posizione e calcola immediatamente il rischio.
Verso un’economia circolare
Nel Nord Italia, un’organizzazione a capitale misto pubblico e privato sta combinando computer vision e dati per individuare automaticamente i rifiuti mal differenziati o indifferenziati alla fonte. Dunque, i cittadini (attraverso un sistema informatico che utilizza l’IoT e la telefonia mobile) possono segnalare eventuali discariche abusive o individuare l’ubicazione di isole ecologiche. Più in generale, l’applicazione li educa alle corrette pratiche di riciclaggio e all’impatto che le loro azioni possono avere sull’ambiente.
Nel complesso, il sistema coniuga la tecnologia con la volontà pubblica di migliorare la raccolta dei rifiuti e promuovere il riutilizzo dei materiali. In definitiva, si passa da un’economia lineare – cioè prendere, fare e smaltire – a un’economia circolare verde basata sui principi di ridurre, riutilizzare e riciclare.
Leadership collettiva per un futuro sostenibile
Ma le tecnologie digitali promettono un livello di impegno civico ancora più democratico, ovvero un futuro in cui la leadership è decentralizzata e coinvolge i cittadini nel processo decisionale strategico. Mi piace chiamarla “leadership collettiva“, nella misura in cui sfrutta la digitalizzazione per consentire la democrazia diretta.
Attualmente stiamo costruendo i singoli pezzi del puzzle, con le identità digitali, la posta elettronica certificata e l’adozione della blockchain per il voto – che, con la sua immutabilità e trasparenza, ci permette di iniettare sicurezza nel sistema.
La storia ci ha dimostrato che lo sviluppo di una nazione è sempre dettato dal popolo, non dai suoi leader temporanei. Favorendo una democrazia digitale diretta, potremmo decentralizzare il potere e realizzare una visione condivisa per il futuro dell’umanità e del nostro pianeta.
Desidero ringraziare Swiss Re per aver ispirato questo articolo, coinvolgendomi nell’iniziativa “COP27: Race to Resilience“, che pone l’azienda all’avanguardia nelle collaborazioni tra pubblico e privato per un futuro più sostenibile. Potete trovare la mia intervista e i relativi materiali qui.