Lavoro sostenibile: come adottare un approccio inclusivo e motivante in azienda

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Quando leggiamo che un’azienda è sostenibile pensiamo subito che è green, che ha un ridotto impatto sull’ambiente e che produce prestando attenzione alle emissioni e agli scarti. Raramente colleghiamo la parola sostenibilità con pratiche che hanno un impatto sociale. Eppure, tale valore rientra negli ESG (Environmental, Social e Governance) in quanto è importante al pari dell’ambiente e della Governance. Ma soprattutto incide notevolmente sui profitti e sulla capacità di trattenere talenti in azienda. Quali dovrebbero essere le giuste pratiche sociali per definire sostenibile un lavoro? Vediamole insieme.

Cosa si intende per lavoro sostenibile?

Iniziamo, come sempre dalle definizioni. Un lavoro sostenibile è dove si presta attenzione all’equità, all’inclusività e al benessere dei dipendenti. Un risultato che si ottiene partendo dalle assunzioni che dovranno essere trasparenti e volte a promuovere la diversità. Solo così avremo la certezza di garantire pari opportunità per tutti, indipendentemente dal genere, dall’origine etnica, dalla religione o da altre caratteristiche personali.

Le persone che entrano in azienda dovranno ritrovare, nel lavoro quotidiano, le promesse fatte in fase di assunzione. Il lavoro non è fatto solo di abilità tecniche e di tecnologie offerte affinché si ottenga un’alta produttività, ma anche di interesse alla salute mentale e fisica dei dipendenti, per dirne una. I leader di aziende che puntano alla sostenibilità hanno un compito sfidante. Oltre alla suddivisione delle mansioni e all’organizzazione del lavoro, dovranno capire quali sono le soft skill e le caratteristiche uniche di ogni singola risorsa in modo tale da permettere a tutti di esprimere il loro pieno potenziale.

Il dipendente si sentirà così apprezzato, a proprio agio e adeguatamente valorizzato. Caratteristiche che lo renderanno fedele al lavoro scelto. Perché, non dimentichiamo che, in molti casi, il lavoro è un impegno che assorbe gran parte della nostra vita.

Una volta creato un clima interno favorevole, le organizzazioni con un forte impegno nella sostenibilità sociale tenderanno anche a estendere la loro responsabilità verso la comunità circostante, contribuendo al suo sviluppo e al suo benessere generale.

Questo perché la sostenibilità sociale è una filosofia che va oltre il profitto; che considera le persone e la comunità di appartenenza come componenti centrali dell’equazione del successo aziendale.

lavoro sostenibile

Come trasformare un lavoro ordinario in sostenibile?

I buoni propositi lasciano il tempo che trovano se a questi non fanno seguito delle pratiche concrete orientate a rendere un luogo di lavoro davvero inclusivo e attento al benessere dei dipendenti. La diffusione di pratiche di lavoro sostenibili aumenta i profitti delle aziende e la soddisfazione dei lavoratori.

Recenti studi dimostrano che le risorse sono più motivate e fedeli quando credono nell’impegno del loro datore di lavoro per la sostenibilità. Inoltre, Gartner ha rilevato che “quando le organizzazioni offrono una flessibilità radicale, rispetto a quella concessa solo in relazione al quando e al dove lavorano i dipendenti, la percentuale di dipendenti definiti come “ad alte prestazioni” aumenta del 40%”. Su quali aspetti bisogna focalizzarsi per garantire questo risultato? Eccone alcuni:

  • Ambiente di lavoro sano: una corretta illuminazione, una sedia ergonomica, un monitor posto alla giusta distanza dagli occhi possono sembrare dei dettagli trascurabili e, invece, servono a rendere il luogo di lavoro sano e sicuro. Le aziende possono scegliere di garantire un buon livello di comfort o raggiungere livelli ottimali creando delle aree di svago e relax che aiutano i dipendenti a ridurre lo stress e a ritornare produttivi in breve tempo.
  • Giusta ed equa retribuzione: una delle più grandi motivazioni affinché un talento resti in azienda è ricevere uno stipendio competitivo rispetto al mercato. D’altro lato, quando si parla di trattamento equo il riferimento non è solo all’aspetto salariale ma anche alla crescita e allo sviluppo professionale della persona. Le risorse dovrebbero ottenere le stesse opportunità all’interno di un’organizzazione, indipendentemente dalla loro origine, genere, etnia o background socio-economico. Le aziende possono promuovere l’equità sul luogo di lavoro adottando politiche di compensazione e di promozione basate sul merito, fornendo opportunità di formazione e sviluppo per tutti i dipendenti e combattendo il pregiudizio inconscio attraverso programmi di sensibilizzazione e formazione.
  • Benessere e work life balance: si è visto che i dipendenti sono più produttivi se al lavoro alternano brevi momenti di svago. Per questo può essere utile implementare programmi di benessere psicofisico che possono includere palestre aziendali, sessioni di meditazione o counseling psicologico. Non solo, bisognerebbe anche rispettare il tempo libero dei dipendenti, limitando le ore extra e promuovendo una cultura che valorizzi l’equilibrio tra vita privata e lavoro. È comprovato che portare a termine gli obiettivi privati oltre a quelli professionali riduce lo stress e aumenta la concentrazione sul luogo di lavoro. Un grande passo verso un miglior bilanciamento tra vita privata e lavoro lo permetteranno le nuove tecnologie, soprattutto quelle che temiamo di più come l’AI, e che invece contribuiranno a ridurre il carico di lavoro aumentando la produttività.
  • Flessibilità e promozione del lavoro ibrido: definire un orario di lavoro fisso è un retaggio più consono alle professioni manuali che, un tempo, erano nettamente superiori ai lavori d’intelletto. Chi lavora con la mente non è produttivo allo stesso modo nelle stesse ore. Può capitare di trovare l’ispirazione o di essere più concentrati la mattina. Oppure, la produttività, per alcuni, aumenta la sera. Offrire flessibilità negli orari e nei luoghi di lavoro, nei settori in cui ciò è possibile, è un modo per ottenere risultati migliori. Ovviamente, significherebbe lavorare per obiettivi, un risultato decisamente più rilevante per alcune tipologie di aziende rispetto al tempo. Le imprese che adottano il lavoro ibrido possono essere realmente definite sostenibili, in quanto questo approccio genera effetti secondari come la riduzione delle emissioni di carbonio associate agli spostamenti dei dipendenti.
  • Diversità e Inclusione: tali aspetti sono alla base di un approccio sostenibile. In questo caso, il primo passo è quello di promuovere una cultura aziendale inclusiva, che valorizzi e rispetti le differenze individuali. Le aziende che promuovono un lavoro inclusivo e diversificato beneficiano anche delle diverse prospettive e competenze che possono offrire tali risorse. Cosa serve per diventare inclusivi? Apertura mentale, rispetto e accettazione delle differenze. Come precedentemente detto, bisognerà agire implementando politiche di assunzione che favoriscono la diversità, garantendo pari opportunità di sviluppo e creando team che sappiano stimolare le abilità speciali.
  • Garantire un contesto lavorativo stimolante: Le risorse si sentono stimolate se ricevono riconoscimenti e premi quando raggiungono obiettivi. É un meccanismo psicologico banale ma che aumenta notevolmente la motivazione ad impegnarsi maggiormente. Un altro incentivo è l’adozione di sistemi di feedback continui. I dipendenti sapranno, così, come stanno andando e dove potrebbero migliorare. Infine, un grande stimolo è legato alle opportunità di crescita interna. Una prospettiva che rende il lavoro sfidante, in vista di una trasformazione della propria professione da operativa a manageriale. La comunicazione e i feedback, in ambienti che puntano alla sostenibilità, dovrebbero essere reciproci. É, infatti, importante che anche i dipendenti forniscano un feedback ai responsabili e che vengano informati e resi partecipi su ciò che accade all’interno dell’azienda.

Incorporando queste pratiche nella cultura aziendale, le aziende possono non solo migliorare la soddisfazione e la produttività dei dipendenti, ma anche attrarre e trattenere talenti di alto livello.


Il lavoro sostenibile offre un duplice vantaggio: da un lato migliora la reputazione delle aziende e dall'altro fedelizza le risorse che oltre al profitto cercano anche benessere psicofisico. Condividi il Tweet

Quali sono i benefici per le aziende che adottano un approccio al lavoro sostenibile?

I vantaggi che ottengono i dipendenti da un lavoro sostenibile sono chiari. Quali sono, invece, i benefici di tale approccio per l’azienda? Ebbene, le organizzazioni ottengono vantaggi che pesano tanto quanto quelli offerti alle risorse.

Il lavoro sostenibile promuove l’immagine e la reputazione aziendale. Ogni anno si assegnano premi alle realtà virtuose in relazione alla sostenibilità sociale oltre a quella ambientale. La comunicazione e il marketing che si scatena in seguito alla vittoria o al posizionamento dei primi posti in classifica, aumenta il numero di candidature. A scegliere tali realtà sono talenti ed esperti che riconoscono l’importanza del proprio lavoro e cercano altri vantaggi oltre agli aspetti puramente economici.

L’impatto di una cultura aziendale sostenibile si riflette anche sul miglioramento dell’engagement dei dipendenti, che oltre ad impegnarsi maggiormente in termini di produttività, restano fedeli all’azienda anche a fronte di nuove proposte.

Infine, le organizzazioni che adottano un approccio sostenibile registrano un incremento della produttività legata al combinarsi dei diversi fattori già citati: un maggiore impegno dei dipendenti, una riduzione dell’assenteismo, l’attrazione di talenti d’eccellenza e un ambiente di lavoro collaborativo.

Questa visione sostenibile stimola l’innovazione, riduce i costi incrementando l’efficienza, offre una gestione del rischio più accurata e rafforza la lealtà del cliente. Benefici non da poco comparati allo sforzo di adozione di un approccio sostenibile. Così si crea un valore duraturo per l’azienda, l’ambiente e la società.

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Ambienti di lavoro sostenibili: quanto ancora bisogna fare

La strada verso ambienti di lavoro sostenibili ha visto progressi significativi negli ultimi anni, compresa un’accelerazione dovuta alla pandemia, ma è ancora disseminata di sfide. Le aziende hanno riconosciuto l’importanza di adottare politiche di lavoro flessibili, promuovere l’inclusione e l’equità e ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia, nella pratica, ci sono ancora delle reticenze culturali.

Recenti dati del sondaggio condotto da McKinsey mostrano come l’approccio sostenibile in relazione alle persone sia una necessità più che una scelta. L’entusiasmo e l’attaccamento dei dipendenti alla propria azienda sono strettamente correlati a un senso di inclusione. Infatti, quasi il 40% delle risorse intervistate ha evitato opportunità lavorative a causa di preoccupazioni sull’inclusività. Molte persone vivono quotidianamente micro aggressioni (84%) e molte minoranze affrontano situazioni di disagio legate alla propria identità. Questi numeri non sono solo statistiche, ma storie di individui in cerca di un posto dove sentirsi valorizzati e inclusi.

Le aziende hanno il dovere non solo di riconoscere queste sfide, ma di agire con determinazione per assicurare alle risorse un trattamento equo e sostenibile.

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